Chi diagnostica la patologia?
I sintomi di queste patologie sono un po’ neurologici, un po’ urologici, un po’ ginecologici, un po’ proctologici. Non esiste una laurea specialistica dedicata che formi i medici a trattare queste patologie del pavimento pelvico. Una precisa raccolta anamnestica, una delicata e puntuale valutazione fisica della muscolatura vaginale e anale e lo swab test sono gli strumenti diagnostici di chi ha anni di competenza nel settore.ALTRE FIGURE COINVOLTE:• FISIOTERAPIA: fondamentale per ipertono, sul lavoro riabilitativo da fare• PSICOTERAPEUTA: necessario se i pazienti manifestano sintomatologie ansiose o depressive o altre correlate• PSICHIATRIA: necessario quando vi sono diagnosi concomitanti importanti• NUTRIZIONISTA: necessario quando il paziente necessita di lavorare sul proprio intestino• SESSUOLOGA: necessario quando la vita sessuale risente in maniera importante della patologia
Nell’ambito delle molteplici opzioni terapeutiche disponibili occorre sapersi orientare con saggezza ed oculatezza, mettendo sempre al centro il paziente, tenendo ben presente le sue esigenze, incluse quelle logistiche legate al tipo di lavoro svolto, al tempo disponibile per effettuare cure ambulatoriali, alle disponibilità economiche.A tal proposito, il medico prescrittore deve considerare che: tutti gli integratori alimentari, le preparazioni galeniche, i farmaci da banco, quelli di fascia C e quelli prescritti in modalità off label sono a totale carico dell’assistito; il costo degli integratori non è detraibile dalle imposte;Alcuni farmaci di fascia A hanno una compartecipazione al costo (ticket) da parte dell’assistito non trascurabile; non esistono tuttora esenzioni per farmaci ed esami diagnostici per quasi tutte le sindromi dolorose pelviche, eccezion fatta per la cistite interstiziale;Il Centro Fenice sta lavorando per poter ottenere l’autorizzazione e l’accreditamento al SSNLe strutture pubbliche che erogano prestazioni di fisioterapia pelvica e psicoterapia del dolore sono poche e di non facile accesso; nella maggior parte dei casi i pazienti provengono già da precedenti percorsi diagnostico-terapeutici non risolutivi, per i quali hanno già dovuto affrontare costi considerevoli.Prima di impostare un terapia è quindi indispensabile che il paziente abbia chiara la diagnosi e le caratteristiche della malattia di cui soffre, e bisogna aiutarlo ad avere delle aspettative ragionevoli sulle possibilità e sui tempi dei miglioramenti e della guarigione, e bisogna sensibilizzarlo ad avere comportamenti congrui con l’attuale stato di salute e atti a favorire il buon esito delle cure.È di estrema importanza che si arrivi ad un approccio condiviso e consapevole del percorso terapeutico. Per tutto questo è necessario dedicare molto tempo all’ascolto, al dialogo e alle spiegazioni, magari aiutandosi anche con testi informativi standard che il paziente possa rileggere a casa, e quindi prevedere una tempistica adeguata alle visite, soprattutto la prima.Considerando quindi che data la diagnosi tardiva spesso la malattia diviene cronica, considerando l’età̀ della popolazione maggiormente colpita, la diffusione della patologia, il fatto che la stessa venga poco e, spesso, tardivamente riconosciuta, o peggio non attribuita a cause fisiche ma psicosomatiche, si può̀ tranquillamente affermare che: parlando di vulvodinia e di neuropatia del pudendo, non si parla di una malattia rara, ma di una patologia che rappresenta un vero e proprio problema sociale. E’ fondamentale che si lavori affinchè il SSN riconosca la patologia.